Visages, villages: recensione del documentario candidato all’Oscar

Visages, villages recensione

Locandina del film documentario Visages- Villages

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“Il caso è sempre stato il mio miglior assistente”, dice Agnès Varda al suo primo co-regista, il fotografo  francese,artista che incolla le fotocopie di fotografie sui muri usando le strade come gallerie d’arte,conosciuto come JR. JR è oggi considerato “l’artista di strada più ambizioso”.

Varda, che ha compiuto 89 anni in pochi giorni ha fatto amicizia con la giovane celebrità della scena artistica degli ultimi anni, anche se entrambi sono timidi su come sia successo. “Non era in una discoteca”, ricordano entrambi! Lui con il suo atteggiamento da gangster ,con gli occhiali da sole e, lei, con la sua pettinatura bicolore, sono davvero una coppia straordinaria che rappresenta l’incontro di due generazioni e arti diverse, il video e la fotografia .

Il docufilm  smaschera i veri personaggi della storia,che non sono solo le figure di due artisti, ma  rappresentano anche due compagni di viaggio, che si divertono e ci divertono nel raccontare gli altri e anche un po’ se stessi.  Alla fine anche loro saranno pronti per la macchina fotografica, ma non prima di aver finito il loro lungo viaggio.

Varda e JR viaggiano in piccole città francesi con il loro bellissimo furgone, decorato con un’enorme fotocamera. All’interno c’è una cabina per foto e stampe di grande formato che sputano fuori dal furgone. Esiste davvero un assistente che fa uscire le immagini? Sì, probabilmente, ma questo film parla del processo di creazione artistica e non vuole assolutamente distruggerne la magia segreta.

I due si sono conosciuti nel 2015 e anche se così distanti anagraficamente sono mossi dalla stessa passione artistica:  l’amore per la rappresentazione di luoghi e persone ed è  proprio per questo che hanno deciso di incentrare il loro film su “volti e villaggi”.

Accolto trionfalmente al Festival di Cannes, candidato all’Oscar 2018 come miglior documentario, Visages, Villages arriva dal 15 marzo nelle sale italiane, distribuito dalla Cineteca di Bologna, da tempo impegnata con il suo laboratorio L’Immagine Ritrovata nel restauro dei film di Agnès Varda, a partire proprio dal suo esordio, nel 1955 con La Pointe courte.

Mentre sono chiaramente spiriti affini, ciò non significa che non bisticciano. JR la tormenta un po’.  Scene bellissime e naturali ci raccontano la conoscenza spontanea e brillante di due artisti. Incontriamo la nonna centenaria di JR; guardiamo Varda che tenta di ricreare una foto che ha scattato a un giovane uomo in gioventù.

La coppia canta pezzi degli anni ’70 nel furgone, fa la spesa per pescare, visita la tomba di Henri Cartier-Bresson e la casa di Jean-Luc Godard. JR con i suoi  onnipresenti occhiali da sole ricorda molto il grande regista svizzero.

Se c’è un messaggio in Visages, Villages (sia per noi, sia da Varda al suo giovane amico) è che non è necessario essere una persona torturata e cattiva per fare grandi opere d’arte.

La Recensione

Recensione Visages,villages

8 Voto

La magnifica regista Agnès Varda riesce ancora una volta a stupirci e ci racconta la storia dell'amicizia che nasce tra due artisti e tra due generazioni diverse.

Recensione

  • Voto 8
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