Il 1° agosto 2025 debutterà su Apple TV+ una delle serie più attese dell’anno, un progetto ambizioso e personale che porta la firma di Jason Momoa. Non parlo solo di un’altra produzione hollywoodiana, ma di un vero e proprio viaggio nelle radici culturali di uno degli attori più carismatici del panorama cinematografico attuale. “Chief of War” si propone come un racconto senza precedenti, narrando l’unificazione e la colonizzazione delle Hawaii dal punto di vista indigeno, finalmente libero da filtri occidentali.
Ambientata nello splendido scenario dell’arcipelago hawaiano alla fine del XVIII secolo, questa serie si distingue per la sua autenticità e profondità storica. Basata su fatti realmente accaduti, segue le vicende del guerriero Ka’iana (interpretato dallo stesso Momoa), impegnato in una missione tanto nobile quanto complessa: unificare le isole prima dell’arrivo dei colonizzatori occidentali. Quello che rende “Chief of War” così speciale è che non si tratta solo di un’altra produzione storica, ma di un progetto nato dalla passione di Momoa e del co-creatore Thomas Pa’a Sibbett, entrambi di origini hawaiane, determinati a portare sul piccolo schermo una narrazione autentica della loro cultura.
La serie, composta da nove episodi, debutterà con i primi due il 1° agosto (coincidenza vuole che sia anche il compleanno di Momoa), per poi proseguire con un nuovo episodio ogni venerdì fino al 19 settembre. Ad arricchire la narrazione, un cast prevalentemente polinesiano che include talenti come Luciane Buchanan, Temuera Morrison (già noto per “The Book of Boba Fett”), Te Ao o Hinepehinga, Cliff Curtis, Kaina Makua, Moses Goods, Siua Ikale’o, Brandon Finn, James Udom, Mainei Kinimaka e Te Kohe Tuhaka. È evidente la volontà di creare un prodotto che rispetti e valorizzi l’autenticità culturale hawaiana, con Momoa che dirige anche il finale di stagione, a dimostrazione del suo profondo coinvolgimento personale in questo progetto.
Un viaggio nella storia dimenticata
La storia prende avvio in un periodo cruciale per le Hawaii, quando i quattro regni principali delle isole si trovavano in stato di guerra. È in questo contesto che conosciamo Ka’iana, un guerriero indigeno hawaiano e nobile (ali’i) che viaggia al di fuori delle isole per poi tornare e unirsi a una sanguinosa campagna di unificazione. La serie ci porta nel cuore di un periodo storico affascinante e poco esplorato, quello dell’unificazione delle Hawaii che ebbe luogo dal 1782 al 1810 sotto Kamehameha I.
Le riprese di “Chief of War” hanno portato Momoa a riconnettersi profondamente con la sua cultura d’origine. L’attore, nato a Honolulu il 1° agosto 1979, ha lasciato le Hawaii da bambino per trasferirsi in Iowa con la madre, ma ha sempre mantenuto un legame viscerale con la terra del padre, pittore statunitense di origini native hawaiane. Questo progetto rappresenta quindi un cerchio che si chiude, permettendogli di celebrare e condividere con il mondo la storia e le tradizioni della sua gente.
In un’intervista con People, Momoa ha parlato del profondo significato che ha avuto per lui indossare il malo (il tradizionale perizoma hawaiano) durante le riprese: “È un onore indossare il malo. Lo guardo in modo completamente diverso rispetto a come potrebbe vederlo il mondo.” Questa dichiarazione evidenzia il rispetto e la riverenza con cui l’attore si è approcciato alla rappresentazione della sua cultura.
Tra fedeltà storica e linguaggio cinematografico
Dal punto di vista tecnico, “Chief of War” si preannuncia come un prodotto di altissima qualità. La serie è prodotta da FIFTH SEASON e Chernin Entertainment, con un team di produttori esecutivi di primo livello tra cui Doug Jung (anche showrunner), Peter Chernin, Jenno Topping, Francis Lawrence (regista di tre film di “Hunger Games”) e Justin Chon, che ha diretto i primi due episodi.
La fotografia sfrutta appieno la bellezza naturale delle Hawaii, creando un contrasto visivo potente tra i paesaggi paradisiaci e la brutalità dei conflitti narrati. Questa dualità rispecchia perfettamente la complessità storica del periodo rappresentato, in cui la bellezza incontaminata delle isole stava per essere per sempre trasformata dall’incontro con l’Occidente.
Il trailer ufficiale rilasciato a maggio 2025 mostra una produzione di respiro cinematografico, con sequenze di battaglia spettacolari alternate a momenti più intimi che esplorano le dinamiche sociali e politiche delle isole. In una scena significativa, una voce fuori campo chiede al personaggio di Momoa: “Sei ancora un capo che desidera la pace piuttosto che la guerra?” A cui lui risponde semplicemente: “Non oggi.” Questa breve battuta condensa efficacemente il dilemma centrale della serie: la necessità di ricorrere alla guerra per preservare l’identità e l’autonomia di un popolo.
Un progetto dal profondo significato personale
Per Momoa, questo non è solo un altro ruolo, ma quello che lui stesso ha definito il suo “Santo Graal”, il sogno professionale più importante. In un’intervista a TheWrap, ha dichiarato: “Non vedo l’ora che il popolo hawaiano lo veda. È qualcosa che abbiamo visto solo in immagini. È un momento davvero emozionante ogni giorno quando indossi la regalia, l’uniforme, e ti guardi intorno pensando ‘Ho visto queste cose solo nei dipinti’. È una cosa bellissima da mostrare al popolo hawaiano.”
Questa dichiarazione evidenzia come il progetto trascenda l’ambito puramente professionale per Momoa, configurandosi come una missione culturale di preservazione e valorizzazione della storia hawaiana. L’attore ha sempre celebrato le sue origini, tanto da avere un tatuaggio sull’avambraccio sinistro che rappresenta uno stemma familiare hawaiano, omaggio alla cultura e all’adorazione di “Aumakua”, uno spirito guardiano ancestrale.
Un cast che celebra la diversità polinesiana
La decisione di assemblare un cast prevalentemente polinesiano non è solo una scelta stilistica, ma una precisa dichiarazione d’intenti. Temuera Morrison, attore neozelandese di discendenza Māori e Tainui, interpreta il Re Kahekili, sovrano di Maui, mentre Te Ao o Hinepehinga veste i panni di Kupuohi, la moglie di Ka’iana. Queste scelte di casting evidenziano la volontà di rappresentare autenticamente la cultura polinesiana.
Interessante anche la presenza di Moses Goods nel ruolo del consigliere capo di Kamehameha, Moku, e di James Udom che interpreta Tony, uno schiavo fuggitivo. La ricchezza e diversità dei personaggi promette di offrire uno spaccato complesso e sfaccettato della società hawaiana del tempo, evitando semplificazioni o stereotipi.
Una nuova era per la rappresentazione indigena
“Chief of War” si inserisce in un momento storico in cui l’industria dell’intrattenimento sta finalmente iniziando a dare spazio a storie e prospettive indigene, troppo a lungo ignorate o distorte. La serie rappresenta un passo significativo verso una narrazione più inclusiva e rispettosa, capace di scardinare secoli di rappresentazioni coloniali.
Come ha affermato Momoa a Men’s Health: “Abbiamo così tante bellissime storie alle Hawaii che nessuno conosce. Tutto ciò che mi interessa è solo fare la cosa giusta per il mio popolo.” Una dichiarazione che sottolinea la responsabilità culturale che l’attore sente nel portare avanti questo progetto, consapevole del suo potenziale impatto nell’educare il pubblico globale su una storia poco conosciuta.
E tu, cosa ne pensi di questo ambizioso progetto? Sei pronto a scoprire una storia mai raccontata prima dalla prospettiva di chi l’ha vissuta? Lasciaci il tuo commento e raccontaci se conoscevi già qualcosa della storia delle Hawaii o se questa serie sarà per te un’occasione per immergerti in una cultura affascinante e troppo spesso dimenticata.