Ricordi quando Harrison Ford correva per l’Air Force One combattendo terroristi russi mentre cercava di proteggere la sua famiglia? Bene, immagina quella stessa energia ma con Viola Davis al posto di Harrison, Cape Town invece dell’aereo presidenziale, e un pizzico di critica sociale in più. Ecco a te “G20”, l’ultimo thriller d’azione diretto da Patricia Riggen che sta facendo parlare di sé su Amazon Prime Video.
La Die Hard del summit internazionale
“G20” ci presenta Danielle Sutton (Viola Davis), una veterana della guerra in Iraq diventata Presidente degli Stati Uniti, che si reca al summit del G20 a Cape Town, in Sudafrica, con grandi speranze di risolvere la fame nel mondo attraverso un piano di valuta digitale per gli agricoltori africani. Con lei ci sono il marito Derek (Anthony Anderson) e i figli Serena (Marsai Martin), un’adolescente ribelle appassionata di tecnologia, e Demetrius (Christopher Farrar), il figlio più timido e riservato.
Quello che doveva essere un evento diplomatico si trasforma in un incubo quando un gruppo di mercenari guidati dal Caporale Rutledge (Antony Starr, che riconoscerai immediatamente come il terrificante Patriota di The Boys) prende d’assalto il summit. Il piano? Utilizzare l’attacco per manipolare il mercato delle criptovalute e arricchirsi mentre l’economia mondiale collassa.
Un action movie presidenziale per l’era digitale
Se stai pensando “questo suona come la saga ‘Has Fallen’ con Gerard Butler”, non sei completamente fuori strada, ma “G20” è spiritualmente molto più vicino ad “Air Force One”. La dinamica è simile: un leader politico che deve dimostrare di avere anche le capacità fisiche e mentali per fronteggiare una minaccia diretta, mentre cerca di salvare non solo il mondo ma anche la propria famiglia.
La differenza è che qui siamo nell’era delle fake news, delle criptovalute e dell’intelligenza artificiale. Rutledge non vuole solo un riscatto o liberare qualche prigioniero; vuole far crollare le economie mondiali causando un panico che spinga all’acquisto di criptovalute, arricchendosi nel processo. È un piano tanto assurdo quanto stranamente plausibile nel 2025.
Il dilemma di Viola Davis: azione e messaggio
Potresti chiederti perché un’attrice del calibro di Viola Davis, con un Oscar e numerose altre statuette sul camino, si cimenti in un film d’azione. La risposta sembra essere la stessa di Denzel Washington con “The Equalizer”: un genuino amore per il genere, non una semplice operazione commerciale.
E Davis se la cava egregiamente, anche se la macchina da presa spesso taglia durante le scene di combattimento più intense (un po’ come facevano con Liam Neeson negli ultimi “Taken”, se mi capisci). Ciò che colpisce è la sua capacità di trasmettere sia la vulnerabilità che la determinazione ferrea necessarie per questo tipo di ruolo.
Il problema dei messaggi troppo espliciti
Dove “G20” inciampa un po’ è nella sua volontà di essere fin troppo didascalico nei suoi messaggi politici. Il film sembra voler gridare le sue posizioni invece di integrarle naturalmente nella narrazione. I colleghi bianchi di Sutton mettono costantemente in discussione la sua leadership; il Primo Ministro britannico Oliver Everett (Douglas Hodge) la critica apertamente per essere “troppo aggressiva”; e non sfuggirà a nessuno che in un film ambientato a Cape Town, ex epicentro dell’apartheid, tutti i mercenari sono bianchi mentre chi aiuta Sutton è una persona di colore.
Questi elementi non sono un problema di per sé, ma il martello con cui vengono calati sulla testa dello spettatore finisce per interrompere il flusso dell’intrattenimento. Come sottolinea anche la recensione originale, i film di Harrison Ford degli anni ’90 riuscivano a dire molto di più sulla politica americana e sul suo ruolo nel mondo attraverso il “mostrare” piuttosto che il “dire”.
Le sequenze d’azione salvano la giornata
Fortunatamente, il film si riscatta ampiamente nelle sue sequenze d’azione, che sono tese, ben coreografate e supportate dalla musica atmosferica di Joseph Trapanese. L’irruzione iniziale al summit è particolarmente efficace, così come le numerose fughe di Sutton. Anche i membri della famiglia presidenziale hanno il loro momento di gloria, con ciascuno che contribuisce in qualche modo alla risoluzione della crisi.
C’è anche un elemento emotivo nella relazione fredda tra Sutton e la figlia Serena, che si scalda man mano che il film procede, aggiungendo un po’ di cuore a una pellicola altrimenti molto militaristica.
Il fascino dell’agente Ruiz
Un’altra ragione per cui vale la pena guardare “G20” è Ramón Rodríguez nel ruolo dell’agente dei servizi segreti Manny Ruiz. È lui che ruba letteralmente la scena ogni volta che appare. Il suo personaggio è quello tipico dell’agente leale ma con abbastanza personalità da non risultare bidimensionale, e Rodríguez infonde nel ruolo il giusto mix di professionalità e fascino.
Il verdetto finale
“G20” si conclude con una metafora fin troppo ovvia sulla necessità che i leader mondiali collaborino se il mondo spera di prosperare. E, come “Captain America: Brave New World” (con un presidente bianco infuriato placato da un appello alla sua bontà intrinseca), sembra dialogare con un universo alternativo dove la politica del bullismo è insostenibile e tutti possono trovare un terreno comune.
Nonostante i suoi difetti – dialoghi a volte troppo espliciti e una geopolitica confusa a servizio dell’intrattenimento blockbuster – “G20” riesce comunque a essere un film d’azione avvincente e coinvolgente. Non reinventa la ruota, ma offre abbastanza adrenalina e momenti di tensione da giustificare ampiamente la visione.
Se ami l’action vecchia scuola con un tocco contemporaneo, o se semplicemente vuoi vedere Viola Davis in una veste completamente diversa, dovresti assolutamente dare una possibilità a “G20”. E tu, cosa ne pensi? Preferisci gli action movie più intellettuali o quelli che puntano solo all’adrenalina? Fammi sapere nei commenti quale altro attore o attrice “serio” vorresti vedere in un ruolo action!
La Recensione
G20
Il nuovo action thriller politico "G20" vede Viola Davis nei panni della Presidente Danielle Sutton che combatte per salvare la sua famiglia durante un attacco terroristico al summit del G20. Sebbene appesantito da dialoghi troppo espliciti e messaggi politici martellanti, il film offre sequenze d'azione avvincenti e performance convincenti. Un film da vedere per chi ama l'action vecchia scuola con una sensibilità contemporanea, disponibile su Amazon Prime Video.
PRO
- Viola Davis che si trasforma in una credibile eroina d'azione
- Un cast di supporto eccellente, in particolare Ramón Rodríguez
CONTRO
- Dialoghi a volte troppo didascalici
- La trama sul crypto-terrorismo è piuttosto improbabile