Recensione di Non siamo più vivi, k-drama che reinventa il genere zombie sulla scia di George Romero

non siamo più vivi serie poster

Ormai i k-drama fanno parte della nostra vita quotidiana. Dopo Squid Game ecco un’altra serie che farà molto discutere. Tra l’altro è la più vista su Netflix Italia da 2 settimane. Sto parlando di una serie di zombi non convenzionale che abbina abilmente due sotto generi: la devastazione apocalittica con il dramma liceale.

Si sto parlando dell’ultimo K-drama di successo di Netflix, Non siamo più vivi. La parola “vivo” non è sicuramente la più usata tra gli studenti del liceo di Hyosan, che si trasforma nell’epicentro apocalittico quando un esperimento scientifico non va come aveva previsto l’ingegnoso professore di scienze della scuola.

La premessa di Non siamo più vivi non è male, vero? Questi coreani ci sanno proprio fare.

Da alcuni anni, l’intrattenimento sudcoreano ha spinto i confini narrativi del genere zombie. Lo hanno abilmente utilizzato come veicolo per esplorare non solo le questioni politiche e sociali attuali (#Alive, 2020), ma hanno anche inserito i non morti nei loro drammi storici (Kingdom, 2019).

Tuttavia, ciò che distingue Non siamo più vivi dai titoli precedenti è che gli zombie sono i protagonisti centrali della serie. Ma non solo. I sopravvissuti non sono i classici poliziotti armati di pistole, machete e asce (anzi, uno la usa). Ci troviamo a fare il tifo per dei ragazzi che devono escogitare un piano elaborato di sopravvivenza ogni volta che devono attraversare un corridoio per cambiare stanza. Questa serie è super per come sposa il concetto di survival.

Mi è piaciuta un sacco. Se ami anche solo leggermente il genere zombie, non puoi perdertela. Ci sono ovviamente delle sbavature. Come fanno sti ragazzi ad essere così atletici senza bere un goccio d’acqua o senza mangiare? E poi perché i personaggi rimangono immobili mentre gli zombi attaccano, reagendo solo all’ultimo secondo? L’altro aspetto che mi ha convinto meno sono le conversazioni ripetitive tra i protagonisti, che discutono per lo più di situazioni sentimentali. Si danno consigli su come affrontare le cotte del liceo mentre gli zombi non vedono l’ora di divorarli. Questa deviazione però, aiuta i registi Lee JQ e Kim Nam-su ad affrontare il peso emotivo della morte.

Chi appare nel cast di Non siamo più vivi?

I nomi del cast ti diranno poco ma se la cavano alla grande. Nam On-jo (Park Ji-hu) è sempre vicina al suo amico d’infanzia Lee Cheong-san (Yoon Chan-young), al suo interesse amoroso Lee Su-hyeok (Park Solomon) e alla distaccata rappresentante Choi Nam-ra (Cho Yi-hyun).

La scelta del regista Lee JQ di scegliere attori “sconosciuti al pubblico” ripaga magistralmente.

I creatori si assicurano inoltre che la narrazione stratificata non vada a scapito di scene d’azione ad alto contenuto di adrenalina ed effetti visivi ben eseguiti. Anche la fotografia mi ha convinto. All’inizio la scuola viene mostrata con colori vivaci ma, quando il virus si diffonde, si trasforma in un luogo nauseante con la saturazione del colore ridotta al minimo.

La cinematografia, durante le scene di combattimento tra zombi e umani, si muove velocemente, senza mai fissarsi del tutto su un singolo personaggio, il che rende la visione piuttosto inquietante. La tensione aumenta per gli studenti, così come per il pubblico che li guarda mentre scampano alla morte per un millimetro. Un’altra scelta registica non convenzionale si presenta sotto forma di struttura della serie TV. Con 12 episodi, ciascuno lungo quasi un’ora, la storia distende gli eventi di ogni giorno su più episodi. Il materiale per riempire questo tempo arriva direttamente dalle emozioni dei sopravvissuti.

Sebbene la trama centrale segua un gruppo di studenti intrappolati al liceo, esploriamo altre interessanti storie come quella che coinvolge una politica che si affretta a fuggire dal suo ufficio; un influencer dei social media che cerca di sfruttare l’apocalisse zombie per pubblicare contenuti virali su YouTube e due agenti di polizia, disuguali nei loro livelli di coraggio, che hanno l’obiettivo di trovare l’antidoto.

Ho adorato le scene con l’influencer. Avrei creato una serie spin-off in cui viene ripreso mentre fugge dagli zombie super aggressivi di Hyosan. Più che altro mi hanno fatto ridere un sacco i commenti dei suoi fan, per fortuna sottotitolati.

Dov’è la tua ascia ahah. Muoio.

Passando dalla commedia al dramma, l’origine del virus zombi è radicata in una storia di bullismo e il regista esplora abilmente le gerarchie delle classi sociali.

La dinamica tra il modo in cui lo Stato gestisce questa crisi e i suoi effetti sugli studenti funge anche da microcosmo per il modo in cui le autorità reagiscono a situazioni apocalittiche. Sfortunatamente, questo è anche un altro punto in cui la trama vacilla un po’. La serie spesso mette troppa carne al fuoco. Ad esempio, allunga due trame separate che coinvolgono una gravidanza adolescenziale e un aggressione sessuale su più episodi. Non viene dedicato abbastanza tempo a nessuna delle due narrazioni per creare conclusioni significative o fornire a questi personaggi un finale migliore.

In definitiva, dove Hollywood ha toppato nel tentativo di fornire il perfetto racconto post-apocalittico con gli zombi come protagonisti, la Corea del Sud ha proposto una storia di sopravvivenza che funziona e convince.

Ho deciso di dare 8 a Non siamo più vivi. E a te è piaciuta? Dì la tua attraverso i commenti.

La Recensione

Non siamo più vivi

8 Voto

Mi sono davvero divertito con Non siamo più vivi. Alcune scene sono davvero memorabili e ti faranno credere di guardare un film costosissimo creato nelle migliori stanze di Hollywood. I personaggi - sia i buoni che i cattivi - sono coinvolgenti e riescono a trasmettere la loro ansia agli spettatori. L'ho preferita a Squid Game e ho deciso di dargli 8 anche per come affronta un genere non semplice come quello zombie, dove pochi hanno convinto e tanti hanno fallito.

PRO

  • Il cast se la cava davvero bene
  • Belle anche le sottotrame che coinvolgono altri protagonisti...

CONTRO

  • ... ma alcune non sono così sviluppate
  • alcune scelte non mi hanno convito
  • dall'episodio 8 perde un po' di fascino

Recensione

  • Voto 8
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