Avrai sicuramente notato come Netflix stia cercando disperatamente di colmare quel vuoto nel tuo cuore che solo un medical drama pieno zeppo di medici troppo belli può riempire. E stavolta ci riprova con “Pulse”, una serie che sbandiera ai quattro venti di non voler essere Grey’s Anatomy mentre, ehm, fa di tutto per esserlo.
Ho passato il weekend a divorare i primi cinque episodi di questa nuova serie e, mamma mia, quante cose succedono in un singolo turno di lavoro! Se nella vita reale i medici fossero così impegnati con le loro storie d’amore, credo che moriremmo tutti nelle sale d’attesa.
La premessa: originalità, questa sconosciuta
La serie ci presenta Danny Simms (interpretata da Willa Fitzgerald) e Xander Phillips (Colin Woodell), due dottori dannatamente attraenti che – sorpresa! – finiscono per complicare le loro vite professionali con una relazione. Ma attenzione, perché “Pulse” vuole essere edgy e contemporanea: quando inizia la serie, scopriamo che Danny ha denunciato Phillips per molestie sessuali, facendogli perdere il posto di capo-specializzando che poi lei stessa prende.
Non aspettarti però una storia di empowerment femminile o un’analisi delle dinamiche di potere sul posto di lavoro. Flashback mediante, scopriamo che i due stavano insieme prima della denuncia e che, a quanto pare, il problema principale era che lui le aveva detto “ti amo”. Sì, hai capito bene. In un’epoca in cui “Grey’s Anatomy” ha trattato temi come violenza domestica, aggressioni sessuali e discriminazioni di ogni tipo, “Pulse” decide che il grande dramma è un “ti amo” non ricambiato che si trasforma in una denuncia per molestie.
L’elefante nella stanza: il riferimento a Grey’s
E qui arriviamo al momento che mi ha fatto quasi sputare il caffè sul divano. Nel secondo episodio, Danny dice alla nuova specializzanda Camila: “Hai guardato molto Grey’s Anatomy crescendo?”, e quando questa risponde affermativamente, Danny sospira: “Ok, cerca di disimparare tutto”.
Mi sono quasi strozzato. È come se McDonald’s ti vendesse un Big Mac dicendoti “questo non è come quei panini grassi che mangi di solito”. L’autoconsapevolezza è bella solo quando sei davvero diverso da ciò che critichi, cari sceneggiatori!
La tempesta perfetta (letteralmente)
A fare da sfondo a tutto questo melodramma c’è un uragano che devasta Miami e sovraffolla il pronto soccorso dell’ospedale. Sai, giusto per aggiungere un po’ di tensione, nel caso due medici che litigano per la loro relazione fallita mentre un paziente sta morendo non fosse abbastanza drammatico.
E a proposito di questo, nel terzo episodio c’è una scena che potrebbe tranquillamente entrare nell’antologia del “ma che diavolo stanno facendo?”: Danny e Phillips iniziano a urlare della loro vita sentimentale mentre intubano un paziente critico. Lui le rinfaccia che la denuncia è arrivata solo perché “tua madre è uscita una notte e non è più tornata” e lei non può gestire l’intimità emotiva.
Tutto questo mentre il paziente sta letteralmente morendo. Se questa è la professionalità dei medici “seri” che dovrebbero essere diversi da quelli di Grey’s, beh, preferisco farmi curare da Meredith Grey, grazie.
Un cast bellissimo per problemi bruttissimi
Come da tradizione del genere, “Pulse” ha un cast che sembra uscito da un catalogo di modelli piuttosto che da una facoltà di medicina. E come da tradizione, questi bellissimi dottori riescono a trovare il tempo, anche in mezzo a un uragano, di intrecciare relazioni multiple.
Il premio per la velocità va al dottor Tom Cole (Jack Bannon), che riesce a baciare due colleghe diverse in ali separate dell’ospedale nello stesso giorno, mentre fuori la città viene devastata da un uragano. Chapeau, dottor Cole, hai battuto persino il record di Mark “McSteamy” Sloan.
La formula collaudata
Nonostante tutti i tentativi di prendere le distanze dal suo predecessore, “Pulse” segue pedissequemente tutti i tropi tipici del medical drama:
- Medici irresistibilmente attraenti ✓
- Triangoli amorosi ✓
- Crisi personali che esplodono durante interventi chirurgici ✓
- Catastrofe naturale per alzare la posta in gioco ✓
- Dialoghi che nessun professionista medico pronuncerebbe mai ✓
Se questo elenco ti sembra familiare, è perché lo è. “Pulse” non sta reinventando la ruota; sta semplicemente cambiando il colore degli pneumatici e chiamandolo innovazione.
Il verdetto: un piacere colpevole?
Nonostante tutte le critiche, devo ammetterlo: ho continuato a guardare. E probabilmente continuerò. Perché? Perché i medical drama sono come il comfort food della televisione. Sappiamo che non sono realistici, sappiamo che sono esagerati, ma ci piacciono comunque.
Il problema di “Pulse” non è tanto che sia un altro clone di “Grey’s Anatomy” – in fondo, quel format ha funzionato per 21 stagioni, quindi perché cambiare? Il problema è la sua insistenza nel voler sembrare qualcosa di diverso quando palesemente non lo è.
Sarebbe molto più godibile se abbracciasse la sua natura sopra le righe invece di fingersi una serie “seria”. Se vuoi farci vedere medici che urlano delle loro relazioni mentre un paziente sta morendo, fallo! Ma non dirci contemporaneamente che questa è una rappresentazione più realistica della medicina rispetto a Grey’s.
In definitiva, “Pulse” è un guilty pleasure che si vergogna di essere tale. E non c’è niente di più triste di un piacere colpevole che non si accetta per quello che è.
Hai già visto i primi episodi di Pulse? Pensi che possa davvero competere con la longevità di Grey’s Anatomy? O credi che Netflix lo cancellerà dopo una stagione come fa con la maggior parte delle sue serie? Dimmi la tua nei commenti! Sono curioso di sapere se anche tu hai notato l’ironia di una serie che critica Grey’s Anatomy mentre ne copia praticamente la formula.
La Recensione
Pulse
La nuova serie medical drama di Netflix "Pulse" si presenta come alternativa a Grey's Anatomy, ma ne replica ogni formula. Con un cast attraente e situazioni melodrammatiche, la serie crea un paradosso: critica ciò che è mentre mette in scena medici che antepongono drammi sentimentali ai pazienti durante un uragano. Un guilty pleasure che non accetta di esserlo.
PRO
- Cast attraente e chimiche esplosive
- Perfetta per chi sente la mancanza dei primi anni di Grey's
CONTRO
- Pretende di essere originale mentre copia spudoratamente
- Dinamiche tossiche romanticizzate come "amore complicato"