La recensione di Dark, la serie tv che ti far viaggiare nel tempo

Chi scrive è una nerd da sempre. Fra le diverse pellicole che adoro in quanto nerd c’è Ritorno al futuro, tutti e 3 naturalmente. Ogni anno spero che ci sia un quarto capitolo ma il punto è che ADORO il tema sui viaggi nel tempo. Per cui ho visto qualunque film e serie tv che tratta il tema in questione. Per questo motivo, non potevo perdermi Dark! 

Ideata da Baran bo Odar e Jantje Friese è una serie tedesca, la prima produzione tedesca di Netflix.

Il bello di questa serie, oltre ad essere incentrata sui viaggi nel tempo, è l’ambientazione anni 80, altro elemento che adoro. È una serie decisamente particolare, e una volta abituati ai nomi tedeschi (difficili da ricordare) ci si immerge in un’atmosfera molto cupa.

Cosa mi è piaciuto

Consiglio di vedere la serie agli appassionati di fantascienza, specie per chi ha visto la serie di J.J.Abrams “22/11/63” sempre attinente al tema viaggi nel tempo.

Il bello di questa serie è il diramarsi di due filoni narrativi su piani paralleli e distanti. Una parte della storia si svolge “ai giorni nostri”, l’altra fa un salto di 30 anni indietro e finisce negli anni 80.

Fra l’insieme dei personaggi personalmente ho adorato uno dei protagonisti: Jonas Kahnwald (Louis Hofman), un ragazzo, il figlio di un uomo che si è tolto la vita.

Jonas è l’unico ad incaponirsi per arrivare a fondo dei numerosi misteri che circondano tutti i fatti di Dark, e mi piace perché in perfetto stile “Goonies” parte all’avventura e si inoltra nella famosa grotta in cui nessuno osa entrare.

La storia è bella non c’è che dire, ha dei momenti che sbalordiscono come solo i paradossi temporali possono fare, come ad esempio (allarme spoiler) quando si scopre che Mikkel, il bambino scomparso, ha viaggiato indietro nel tempo restandovi bloccato e, diventando quindi, il padre di Jonas nel presente!!

E comunque seguendo i vari salti temporali è bellissimo vedere i personaggi adulti, bambini e vecchi seguendone l’evoluzione, o l’involuzione! Infine, una scena veramente bella è quella in cui Jonas riesce a vedere, attraverso un varco temporale, Helge, un bambino che ha la sua rilevanza nella storia, che lo guarda sbalordito dal 1953!

Cose che non ho amato

La fotografia è sempre molto lugubre e conferisce solennità in certe scene. Il problema è che a volte ci si perde nella storia. Bisogna prestare tantissima attenzione per capire tutti i passaggi e a volte, ci si perde.

Le storie seguono diverse e parallele linee narrative per cui bisogna concentrarsi abbastanza! Il problema però non è quello delle linee narrative quanto piuttosto il fatto che la regia è molto statica e rischia di annoiare. Inoltre non si capisce molto il ruolo del cattivo, Noah, o meglio non vengono chiariti gli scopi precisi e perché fa viaggiare nel tempo i bambini facendoli sparire.

Altre questioni sono rimaste in sospeso, non so se è stata una cosa voluta o se effettivamente ci sono buchi di trama.

La trama 

Nella cittadina di Winden avvengono misteriose sparizioni di alcuni ragazzi. La storia coinvolge quattro famiglie. Tutto sembra ruotare attorno a determinati elementi, una caverna molto sinistra, la centrale nucleare locale, (che rimanda all’incidente di Chernobyl dell’86) e infine, come accennavo prima, i diversi piani temporali e i due periodi storici con la conseguente correlazione dei casi di sparizione. 

Dark catapulta in una fitta rete di misteri e tutto ruota attorno ai viaggi nel tempo.

Le atmosfere asfissianti, le teorie dell’eterno ritorno, il paradosso temporale… sono questi gli ingredienti della serie. Quello che offre Dark inoltre sono le tematiche profonde dell’essere umano: libero arbitrio e destino. Insomma, è una bella prova vederlo fino alla fine e solo i veri amanti dei viaggi nel tempo arriveranno fino alla fine.  

Voto finale

Allora non mi sento di dare il massimo, però il mio cuore da Time travel non può esimersi dal dare comunque oltre la sufficienza nonostante qualche difettuccio. Un bel 7 pieno!