Pare che molte persone vedano i demoni dopo aver visto l’ultimo horror di Netflix “Eli”. Io l’ho visto oggi per scrivere la recensione. Ecco cos’è successo!

Con Halloween alle porte, è il momento di organizzarsi per la notte della streghe. Ovviamente c’è chi ama stare a casa con le luci “categoricamente spente” a vedere qualche bel film horror. Non è il mio caso perché ho paura anche del buio… quindi immaginati quanto ho sofferto mentre guardavo il film per scrivere questa recensione. 😀

Perché Eli fa così paura? Ho letto che dopo aver visto il film, molte persone hanno affermato di aver “visto i demoni con la coda dell’occhio“. Spero che non sarà il mio caso.

La storia ruota attorno a un giovane bambino di 10 anni, Eli (interpretato da Charlie Shotwell). Questo ragazzo ha una malattia sconosciuta che lo costringe a non uscire di casa. Le volte che esce indossa una tuta spaziale, il che non è il massimo.

I suoi genitori, Rose e Paul (interpretati da Kelly Reilly e Max Martini), riescono a trovare un medico che potrebbe aiutare Eli, la dottoressa Horn (interpretata da Lili Taylor).

Naturalmente la struttura della Dottoressa Horn si trova in un’area incredibilmente remota e che mette paura solo a guardarla. Come se non bastasse i corridoi sono più inquietanti di quelli visti in Shining.

Quando Eli inizia i trattamenti della dottoressa però non guarisce… forse perché non sono così tanto convenzionali? Lo scoprirai a tue spese!

Kelly Reilly e Charlie Shotwell in Eli

Il regista Ciaran Foy propone i soliti trucchi inquietanti che riescono a rendere un horror appetibile: casa stregata e isolata, bambini che incontrano fantasmi, procedure mediche alquanto originali, impronte di mani che appaiono improvvisamente sugli specchi e demoni in agguato.

Tutto già visto? Forse, ma ti giuro che queste tecniche possono far alzare dalla sedia parecchie persone.

Tra l’altro Eli ha una grossa carta da giocare, e non mi riferisco a quelle che il ragazzo usa per i suoi giochi di magia bruttissimi. Sto parlando dell’incredibile finale. Gli sceneggiatori David Chirchirillo, Ian Goldberg e Richard Naing devono aver fatto uso di sostanze incredibili per essere riusciti a creare quella inaspettata conclusione. Lo so, ti sto facendo venire la voglia di vedere questo film su Netflix? Aspetta ad esaltarti.

Perché Eli ha pure parecchi difetti.

Per 70 minuti il film mi è sembrato abbastanza noioso… è il classico film horror pieno di luoghi comuni. Anche il cast non si esprime al meglio. E’ stato chiesto molto a Charlie Shotwell, il giovane attore che interpreta Eli. Shotwell sembra fare del suo meglio per ritrarre in modo convincente un giovane la cui vita è dettata dalle esigenze della sua malattia. Sfortunatamente, sia lui che il resto dei personaggi non sono sviluppati a dovere. Shotwell da l’idea di ripetere il copione senza dare nessun tocco personale.

E poi non si sa nulla del passato dei protagonisti, dei loro hobby e delle relazioni che hanno instaurato nella loro vita. Il pubblico viene lasciato con delle figure bidimensionali: un bambino malato, una mamma disperata, un medico serio. Di conseguenza, quando il film chiede alle persone di simpatizzare con le difficoltà emotive del personaggio, queste vanno in difficoltà.

I primi tre quarti del film si muovono a un ritmo inesorabilmente lento e la trama è così prevedibile che vorrei essere al posto di Eli quando la dottoressa vuole trapanargli il cervello (concedimi questo piccolo spoiler, dai). 😀 Che poi tanto spoiler non è visto che viene mostrato nel trailer.

Patti Perret, Deneen Tyler, e Charlie Shotwell in Eli

E’ tempo di una valutazione per Eli. Fammi sapere se sei d’accordo con il mio voto.

La Recensione

Eli di Ciarán Foy

6 Voto

Eli è abbastanza noioso e prevedibile nei primi due atti ma nel terzo da il suo meglio e, addirittura, si apre da solo le porte per un sequel.

PRO

  • Finale

CONTRO

  • Cast

Recensione

  • Voto 6
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