Hank Schrader: ode a un uomo buono

hank schrader

(Attenzione! Il seguente articolo contiene spoiler per chi non avesse visto/terminato la serie “Breaking bad”)

Interpretato da un magistrale Dean Norris, Hank Schrader è un personaggio meraviglioso, che evolve e cambia puntata dopo puntata, rimanendo però sempre fedele al proprio ruolo di agente, e soprattutto costantemente proteso verso il raggiungimento di quella giustizia che per tanto, troppo tempo gli sfugge caparbiamente di mano, e che in fin dei conti non riesce mai a raggiungere davvero, se non per qualche fallace secondo.

Hank Schrader: la controparte positiva di Walter White

Hank è uno dei personaggi che per primo entra in scena in “Breaking Bad“: cognato di Walter White, è proprio con quest’ultimo che viene fatto di primo acchito, anche involontariamente, il paragone.
Walter è un uomo serio, maturo, dedito al proprio lavoro di professore di chimica e alla propria famiglia, senza grilli per la testa.
Hank per contro è ancora un po’ bambino, giocherellone e per certi aspetti volgare, con una passione esagerata per la birra, le armi che dichiara essere “fatte per gli uomini” e per le belle donne, in particolare per Shania Twain, cosa che non si esime dal ribadire più volte, grossolanamente, di fronte alla moglie Marie.
Ma poi avviene il cambiamento, per entrambi gli uomini.
La scoperta della malattia di Walter, l’incontro con Jesse Pinkman e la sua entrata nel giro della droga, trasformano l’algido professore White in un uomo teso, nervoso, pieno di segreti che tenta con ogni mezzo di tenere nascosti alla famiglia, arrivando più volte a mentire spudoratamente alla moglie e al figlio, colpevoli unicamente di preoccuparsi costantemente per lui e per la sua salute.

Hank e Walter


Mentre l’ombra cala su Walter White, rifulge invece sempre più la luce emessa da Hank Schrader.
Lui, che sta vicino alla sua famiglia acquisita.
Lui, che si comporta come dovrebbe fare un padre nei confronti del nipote Walter Jr.
Lui, che aiuta la moglie Marie nel tentare di curare la sua cleptomania.
Sia Walter sia Hank, dunque, ben presto evolvono rispetto all’idea iniziale che di loro ci si era fatti nelle primissime puntate della serie.
Solo che evolvono in modo totalmente differente, divenendo per definizione uno il nemico dell’altro, il ricercato e l’agente federale.

Il cambiamento personale di Hank

Puntata dopo puntata, stagione dopo stagione, Hank Schrader muta. Non soltanto nei confronti degli altri, come detto prima, ma anche e soprattutto nei confronti di se stesso.
L’omicidio di Tuco e la promozione alla Dea di El Paso sanciscono una volta per tutte l’inizio di tale cambiamento. L’ aver assistito in presenza all’attacco perpetrato dal Cartello, infatti, spezza l’animo di Hank, che da quel momento non è e non sarà mai più lo stesso.
Diviene più introspettivo, più chiuso; non si lascia più andare a battutacce e volgarità, non ride più in modo sfrenato come faceva prima.
Il suo sguardo è sempre più cupo, accigliato; i suoi atteggiamenti circospetti.
È solo l’inizio di un lento declino di quella sicurezza che tanto aveva decantato nei primi episodi della serie, il quale raggiungerà il suo culmine in seguito al tentativo di omicidio perpetrato nei suoi confronti dai gemelli Salamanca.
Neanche la cattura della sua nemesi giurata, del suo acerrimo nemico e rivale Heisenberg riesce a colmare quel vuoto che ha dentro; Hank ormai è un uomo spezzato, e tale rimarrà fino alla fine dei suoi giorni.

Hank e Marie: storia di un amore

Ditemi ciò che volete, ma io credo che loro siano la coppia più bella di “Breaking Bad“.
Che poi a prima vista non lo si direbbe proprio, così diversi, lui rozzo, grossolano, lei maniaca del controllo, ossessionata dal viola in modo quasi maniacale, frivola.
Eppure Hank è sempre accanto a Marie quando lei manifesta i propri problemi di cleptomania.
E Marie è costantemente accanto a Hank dopo il sopracitato sanguinoso scontro con i gemelli Salamanca.
E sono sempre all’uno nei confronti dell’altra cui vengono rivolti i rispettivi pensieri nei momenti di pericolo, e di tensione, o di gioia e (apparente) vittoria.

Hank e Marie


Perché in fondo l’Amore, quello vero, quello bello, quello con la A maiuscola, è proprio questo: essere anche diversi, essere magari completamente opposti, ma esserci, e prendersi cura a vicenda, in ogni momento.
Ed anche avere pazienza. Tanta. Soprattutto quando si confondono per la decima volta i minerali con i sassi.

Una fine inaspettata

Quante volte nei film, nelle serie TV o negli anime i personaggi bravi e giusti riescono sempre a salvarsi, o comunque a sopravvivere nonostante tutto, giusto per incrementare la tensione del pubblico in un susseguirsi quasi senza senso di scene lunghe, ripetitive, al limite del banale e del fantasioso, prima che venga posta fine alla loro vita in modo super eroico e struggente da parte del cattivo di turno.
Invece “Breaking Bad” si differenzia anche in questo, e non è che ci sia così tanto da stupirsene.
Parliamo della morte del nostro Hank, per fare un esempio.
La scena del suo omicidio perpetrato da Jack è qualcosa di rapido, impattante, improvviso.
Neanche te ne accorgi, quasi.
Nessun ripensamento, nessuna coincidenza che ritarda il momento, nessun salvataggio in corner.
No.
Hank Schrader è sì il personaggio buono di una serie tv, ma non è un supereroe fortissimo e invincibile; è un uomo normale che muore da uomo normale, vittima di un losco traffico da cui è indubbio sarebbe dovuto rimanere fuori, se solo le cose fossero potute andare diversamente.
Nessun eroismo, né da lui né per lui.
Nessun addio strappalacrime o preghiere singhiozzanti.
Nessun flashback a suon di musica triste.
Solo una pistola puntata alla fronte, solo la sicurezza che tutto ormai è già stato deciso, e che non si può più tornare indietro.
E poi solo lo sparo.
E poi di nuovo il silenzio.

Questo è dunque Hank Schrader: un personaggio positivo, eclettico, che dà tanto e lascia di più, ingiusta vittima al centro di una guerra che non lo riguarda, ma nel quale si è lasciato coinvolgere, così dedito al proprio lavoro, a se stesso e alla propria famiglia.
Quel lavoro, quel se stesso e quella famiglia che però, così facendo, ha perduto per sempre. E questo è proprio un vero, immane e ingiusto peccato.

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