Ci sono storie di Hollywood che sembrano destinate a rimanere irrisolte per sempre. Quella tra Michael J. Fox ed Eric Stoltz era una di queste. Per quarant’anni i due attori non si erano mai parlati faccia a faccia di quello che era successo sul set di “Ritorno al Futuro”, quando Stoltz venne sostituito dopo sei settimane di riprese da Fox nel ruolo di Marty McFly. Ora, finalmente, nel suo nuovo memoir “Future Boy”, Fox racconta di aver rotto il silenzio scrivendo una lettera a Stoltz.
La lettera che ha rotto quarant’anni di silenzio
Fox ammette di essere stato preparato a ogni possibile risposta. Stoltz aveva mantenuto un silenzio assoluto sulla questione per quattro decenni, quindi era legittimo aspettarsi che volesse continuare così. Nella lettera, Fox ha scritto in modo diretto e onesto: se la risposta fosse stata “vaffanculo e lasciami in pace“, andava bene lo stesso. Un approccio schietto che dimostra quanto Fox rispettasse la posizione dell’altro.
La risposta di Stoltz è arrivata ed è stata una sorpresa piacevole. Una “risposta scritta in modo bellissimo” che iniziava proprio con “Vaffanculo e lasciami in pace!”. Per fortuna seguiva subito un “Scherzo…”. Stoltz si è dimostrato premuroso riguardo all’iniziativa di Fox e, pur declinando rispettosamente di partecipare al libro, si è detto aperto all’idea di incontrarsi di persona.
L’incontro che mette fine a quattro decenni di non detto
Quando finalmente i due attori si sono trovati nella stessa stanza, qualcosa di magico è successo. Fox racconta che sono caduti “immediatamente in un dialogo facile” parlando delle loro carriere, delle famiglie e sì, anche dei loro viaggi attraverso il continuum spazio-temporale. Stoltz è entrato con un sorriso e hanno rapidamente riconosciuto che nessuno dei due aveva problemi con l’altro.
Fox scrive nel memoir che quello che era successo su “Ritorno al Futuro” non li aveva resi nemici né rivali predestinati. Erano semplicemente due attori dedicati che avevano versato quantità uguali di energia nello stesso ruolo. Il resto non aveva nulla a che fare con loro. E hanno scoperto di avere molto più in comune della loro interpretazione di Marty.
Un’amicizia nata dal passato
Nei mesi successivi al primo incontro, Fox e Stoltz hanno mantenuto una corrispondenza amichevole. Si scambiano email da attori che la pensano allo stesso modo e da padri, condividendo film recenti che hanno amato, le ultime avventure con i figli e occasionali divagazioni sulla politica. Fox descrive le email di Stoltz come “affidabilmente spiritose e sempre divertenti da leggere”, un promemoria del fatto che alcune delle parti migliori del nostro futuro possono venire dal passato.
La storia del casting più famoso di Hollywood
Ripercorriamo brevemente quella che è diventata una delle storie di recasting più famose della storia del cinema. Eric Stoltz era già in produzione da sei settimane sul film diretto da Robert Zemeckis quando venne presa la decisione di sostituirlo. Il problema? Zemeckis e il produttore Steven Spielberg volevano Fox fin dall’inizio, ma l’attore era impegnato nella sitcom NBC “Family Ties”.
Fox scrive nel memoir che il creatore di “Family Ties”, Gary David Goldberg, lo aveva “rimosso dalla considerazione” per il ruolo quando Zemeckis e Spielberg volevano originariamente scritturarlo. Il film aveva già girato per oltre un mese e i giornalieri con Stoltz protagonista erano “deludenti” per il team creativo.
Fox è chiaro nel memoir: “Eric era un attore immensamente talentuoso, ma il team creativo sentiva che semplicemente non era la persona giusta per Marty McFly”. Una valutazione professionale che non toglie nulla al talento di Stoltz, ma che riconosce semplicemente una mancanza di fit tra attore e personaggio.
Come cambiò la carriera di Fox
Sostituire Stoltz nel ruolo di Marty McFly ha cambiato completamente il corso della carriera di Fox. L’attore è passato da star delle sitcom a protagonista di blockbuster. Il film ha incassato 381,1 milioni di dollari in tutto il mondo nel 1985, diventando il film con il maggior incasso dell’anno. Ha generato un franchise che ha portato a “Ritorno al Futuro Parte II” nel 1989 e “Ritorno al Futuro Parte III” nel 1990, entrambi con Fox come protagonista.
Una lezione di umanità
Questa storia ci insegna qualcosa di prezioso. Nel mondo dello spettacolo, dove l’ego e il risentimento possono durare tutta una vita, Fox e Stoltz hanno dimostrato che è possibile guardare oltre le ferite professionali. Hanno riconosciuto che le decisioni prese quarant’anni fa non definiscono chi sono oggi né il rapporto che possono avere.
Il memoir “Future Boy” di Michael J. Fox è ora disponibile per l’acquisto e promette di svelare molte altre storie della straordinaria vita dell’attore.
E tu cosa ne pensi di questa riconciliazione? Credi che quarant’anni fossero troppi da aspettare o pensi che alcune conversazioni abbiano bisogno del giusto momento per accadere? Condividi la tua opinione nei commenti.




