La recensione di Glass
Come definire i supereroi? Spesso indossano costumi stravaganti ed hanno poteri speciali. Ultimamente li vediamo spesso sul grande schermo grazie a Marvel e DC. Ma sinceramente sembrano tutti uguali.
Perché questa premessa sui supereroi? Li ritroviamo anche in Glass ma con sembianze più umane… nel senso che sembrano costruiti in modo più realistico e complesso.
Una lezione che gli altri film sui supereroi possono imparare da Glass? Si può fare a meno di CG mozzafiato e creare personaggi divertenti e avvincenti.
I supereroi di Shyamalan vivono vicino a casa – non nascono da incidenti in laboratorio, su pianeti alieni o attraverso progetti di tecnologia avanzata. Diventano ciò che sono a causa del dolore o difficoltà che affrontano nel corso della vita. Se c’è qualcosa di superumano è rappresentato dalla loro lotta contro i loro stessi difetti.
Il maestro narratore M. Night Shyamalan ha tessuto per anni la sceneggiatura dell’ultimo capitolo di questa trilogia e finto sequel di Unbreakable (2000) e Split (2016). Entrambi i film hanno creato universi immersivi per ciascuno dei personaggi. In Glass, Shyamalan ha riunito tutti i protagonisti in un’unica location: un istituto psichiatrico.
Ancora una volta, il regista tenta di creare una trama complicata fatta di intrighi e suspense ma solo quelli che hanno seguito la trilogia dall’inizio riusciranno ad individuare i punti migliori di questa storia e pochi di essi apprezzarla. Questo perché Glass è lento e non riesce a scatenarsi come avrebbe voluto il regista.
La regia di Shyamalan, la grande interpretazione di uno degli attori e la colonna sonora fanno parte di un ottimo film, ma purtroppo la narrazione è imperfetta e fa deragliare Glass.
Nonostante abbia riunito tre grandi personaggi, la sceneggiatura di Shyamalan è fortemente incentrata su uno di questi. James McAvoy ha interpretato Kevin Wendell Crumb in Split – un uomo con 23 diverse personalità che soffre di un disturbo dissociativo dell’identità – e la sua è stata una delle migliori performance degli ultimi anni. In Glass, McAvoy continua a rubare la scena a tutti. McAvoy incarna ognuna delle 23 personalità con distinzioni marcate e raffinatezza. Lo vediamo passare dall’adorabile Kevin al divertente Hedwig, dalla formidabile sacerdotessa Patricia al pedofilo Dennis o al cattivo che essi chiamano con timore “La Bestia”.
McAvoy interpreta ogni ruolo in modo spettacolare.
Bruce Willis torna nel ruolo di David Dunn (un uomo con una forza super) ed è relegato allo status di comprimario. McAvoy non solo mette in ombra Willis, ma l’attore è evidentemente trascurato. Troviamo anche Mr. Glass come Elijah Price (Samuel L. Jackson) e nel film è praticamente sempre sedato ed in sedia a rotelle. Purtroppo in Glass le sue cattive intenzioni non sembrano allinearsi con i crimini che ha commesso in passato.
Samuel L. Jackson non riesce a impressionare tutti come suo solito e Bruce Willis sembra lontano dai suoi momenti migliori. Shyamalan non riesce a sviluppare i personaggi di Jackson e Willis come avrebbe voluto e dovuto e si affida interamente alla bravura di James McAvoy per salvare Glass.
Shyamalan può immedesimarsi in un genio, ma qui, McAvoy è il vero maestro.
Ma anche se fa un lavoro fantastico, l’attore non riesce a trascinare il film al successo sperato.
La Recensione
Glass
Glass è un film che vuole lasciare il segno sin da subito... parte bene ma poi si perde tradito da una pessima narrazione. E quando Jackson e Willis non sono in giornata capisci che il film non può funzionare.
PRO
- James McAvoy
CONTRO
- Narrazione
- Gli altri attori non sono ben sviluppati