Carlo Conti, direttore artistico del Festival di Sanremo 2025, ha incontrato la stampa per presentare l’attesissima edizione di quest’anno. Con 30 brani in gara e serate più lunghe, l’evento promette di celebrare la musica italiana in tutte le sue sfaccettature. Ma se da una parte Conti punta sulla varietà, dall’altra alcune scelte – come la presenza massiccia di trapper e rapper che abusano dell’autotune – sollevano dubbi.
Personalmente, avrei adottato un approccio più rigido: il Festival dovrebbe essere il palcoscenico per esibizioni vocali autentiche, non un playground per artisti che si nascondono dietro la tecnologia.
Serate lunghe e più brani in gara
Tra le novità di quest’anno, Conti ha deciso di portare a 30 il numero di canzoni in gara, rinunciando a inserire troppi ospiti o momenti di intrattenimento. “Il Festival è dedicato alla canzone italiana, e la varietà musicale è fondamentale,” ha dichiarato. Un cambiamento che, se da un lato valorizza la musica, dall’altro allunga inevitabilmente i tempi, con serate che si chiuderanno all’1:30, e una finale ancora più lunga.
La scelta di ampliare il numero di brani ha suscitato approvazione, ma con riserva: è evidente che alcune selezioni sono frutto di tendenze commerciali, con una presenza eccessiva di generi come il rap e il trap che ormai flirtano apertamente con il pop.
La polemica sull’autotune
Uno dei punti più discussi riguarda proprio l’invasione dei rapper e trapper che fanno largo uso dell’autotune. Carlo Conti ha spiegato che le selezioni sono avvenute esclusivamente sulla base della qualità musicale, senza pregiudizi sui generi. Ma è qui che, da appassionato di musica, mi sento di dissentire: l’autotune, se usato in modo eccessivo, priva la performance della sua autenticità.
Sanremo dovrebbe essere una vetrina per il talento vocale puro, un’occasione per gli artisti di dimostrare la loro abilità dal vivo. Invece, permettere l’uso dell’autotune rischia di svilire l’essenza stessa del Festival, trasformandolo in uno show che rincorre le mode invece di celebrarle con criterio.
La questione Emis Killa e il rap che diventa pop
Conti ha anche affrontato il tema del rap che si avvicina sempre più al pop, sottolineando che non sono state date indicazioni sui brani da presentare. Tuttavia, è innegabile che il genere stia subendo una trasformazione, cercando di adattarsi ai gusti di un pubblico sempre più mainstream. Questo ha portato a polemiche, come quelle che riguardano Emis Killa, il cui stile, una volta più crudo, ora si confonde con melodie pop che rischiano di perdere la loro identità.
La trasparenza di Conti sulle polemiche
Un’altra controversia riguarda Giorgia, in gara nonostante un recente contratto pubblicitario con TIM, sponsor principale del Festival. Conti ha rassicurato la stampa: “Quando ho scelto i brani, non sapevo nulla dei contratti degli sponsor.” Una risposta che mostra trasparenza, ma che non placa del tutto le critiche.
E tu, cosa ne pensi di queste scelte? Sei favorevole alla presenza di trapper e rapper con autotune a Sanremo? Scrivilo nei commenti!