Nel panorama cinematografico contemporaneo, raramente si assiste a un attore così emotivamente coinvolto nel destino di una franchise come Chris Hemsworth con la saga di Tyler Rake. L’attore australiano, che ha trasformato il mercenario delle operazioni speciali in una delle icone action più riconoscibili del catalogo Netflix, ha recentemente confessato di essere “preoccupato per il futuro” della serie che vanta un solido 80% su Rotten Tomatoes. E non è solo una questione di numeri o di contratti: Hemsworth sembra aver sviluppato un legame quasi viscerale con Tyler Rake, al punto che la lentezza nello sviluppo del terzo capitolo lo sta rendendo “irrequieto” quanto il suo personaggio.
La confessione è arrivata durante una recente intervista in cui l’attore ha spiegato: “Tyler sta diventando irrequieto. Noi, il team creativo, stiamo mettendo insieme diverse idee e progetti creativi su dove potremmo portare l’intera saga e il terzo film”. Una dichiarazione che rivela molto sulla psicologia attoriale di Hemsworth: dopo aver interpretato per anni il Thor del MCU, un personaggio sostanzialmente immortale e dalle infinite possibilità narrative, trovarsi con un Tyler Rake “in pausa forzata” sembra generargli una frustrazione genuina.
La cosa più interessante è che Hemsworth non era nemmeno la prima scelta per questo ruolo. Quando i fratelli Russo svilupparono inizialmente il progetto, si chiamava Ciudad e doveva essere interpretato da Dwayne Johnson. Ma il destino cinematografico ha le sue strade tortuose, e mentre Johnson partiva alla conquista dei mega-franchise e i Russo si dedicavano al MCU, il progetto si è evoluto in qualcosa di completamente diverso.
L’evoluzione creativa di una saga imprevista
Dal punto di vista della direzione autoriale, la trasformazione da Ciudad a Tyler Rake rappresenta un caso di studio affascinante. Quando Sam Hargrave, stunt coordinator di lungo corso, è passato dietro la macchina da presa, ha portato con sé una sensibilità viscerale che difficilmente avremmo visto con un altro regista. La sua esperienza nel coordinamento delle acrobazie si è tradotta in una grammatica cinematografica che privilegia l’immersività corporea rispetto agli effetti pirotecnici tradizionali.
Il primo Tyler Rake del 2020 ha funzionato proprio perché ha riscritto le regole del thriller d’azione su streaming. Niente universi condivisi, niente sequel-baiting esasperato, niente ironia auto-referenziale: solo un mercenario traumatizzato che cerca redenzione attraverso la violenza. Una formula che ha frantumato i record di visualizzazione Netflix e ha dimostrato che il pubblico aveva ancora fame di action movie “puri”.
La sequenza che ha cambiato tutto
Tyler Rake 2 ha alzato ulteriormente l’asticella con quella famosa sequenza in piano sequenza di 21 minuti che ha fatto impazzire critica e spettatori. Dal punto di vista tecnico, stiamo parlando di una bravura cinematografica che richiede mesi di preparazione, coordinamento millimetrico tra dipartimenti e, soprattutto, un attore disposto a buttarsi anima e corpo nell’impresa.
Hemsworth ha raccontato di aver filmato quella sequenza durante “una produzione particolarmente estenuante”, e si vede. La camera work fluida e la coreografia delle azioni trasformano quello che poteva essere un semplice espediente tecnico in un momento di puro cinema d’azione. È il tipo di sequenza che fa epoca, che gli altri registi studieranno per anni cercando di capire come replicare quell’equilibrio perfetto tra spettacolarità e narrativa.
L’attesa snervante del terzo capitolo
Quello che rende particolare la situazione di Tyler Rake 3 è il paradosso del successo. Entrambi i film precedenti hanno avuto performance eccellenti, la fanbase è solida, la critica è generalmente positiva. Eppure, come spesso accade nel mondo dello streaming, le dinamiche produttive seguono logiche diverse da quelle del cinema tradizionale.
Netflix deve bilanciare il suo portfolio di contenuti originali, gestire budget sempre più stratosferici e competere con le altre major per accaparrarsi talenti e slot produttivi. Hemsworth lo sa bene, e la sua frustrazione è comprensibile: quando hai un personaggio che funziona, vuoi continuare a esplorarlo prima che l’interesse del pubblico si raffreddi.
Le sfide della longevità narrativa
Dal punto di vista della costruzione del personaggio, Tyler Rake rappresenta una sfida interessante per qualsiasi sceneggiatore. È un mercenario che dovrebbe essere morto almeno tre volte, con un bagaglio emotivo che potrebbe alimentare una serie tv di dieci stagioni. Come si fa evolvere un personaggio del genere senza cadere nella ripetitività o, peggio ancora, nell’autocaricatura?
La risposta che sembra aver trovato il team creativo è l’approfondimento psicologico progressivo. Ogni film svela un nuovo strato della psiche di Tyler, trasformando quello che poteva essere un semplice action hero in un antieroe complesso con cui il pubblico può identificarsi nonostante la violenza estrema delle sue azioni.
Il futuro della franchise tra tv e cinema
Hemsworth ha anche accennato a un progetto televisivo spin-off in sviluppo, segno che Netflix vede nella proprietà intellettuale di Tyler Rake un potenziale molto più ampio di una semplice trilogia cinematografica. È una strategia intelligente: utilizzare i film come tentpole per lanciare prodotti seriali che possano fidelizzare il pubblico su base settimanale invece che su lanci sporadici.
L’attore ha anche scherzato sul fatto che Disney e Marvel gli hanno impedito di tentare di cavalcare un’onda di 40 piedi per il suo documentario Limitless, preferendo che restasse vivo per Thor. Un aneddoto che rivela quanto il suo valore contrattuale sia cresciuto negli anni e quanto le major siano disposte a proteggerlo come asset.
La verità è che Hemsworth ha trovato in Tyler Rake un personaggio che gli permette di esprimere una gamma attoriale che il MCU, per quanto redditizio, non sempre consente. È un ruolo che gli richiede di essere fisicamente presente, emotivamente vulnerabile e tecnicamente preciso, tutto contemporaneamente.
Il fatto che sia così investito emotivamente nel futuro della franchise è un segnale positivo per tutti noi fan del cinema d’azione intelligente. Quando un attore del calibro di Hemsworth ammette di essere “irrequieto” per un personaggio, significa che abbiamo davanti un artista che non si accontenta del successo commerciale ma vuole continuare a spingersi oltre.
Cosa ne pensi dell’attesa per Tyler Rake 3? Credi che Netflix stia gestendo bene la franchise o dovrebbe accelerare i tempi? E secondo te, quale direzione narrativa dovrebbe prendere il personaggio nel terzo capitolo? Raccontaci nei commenti!



